venerdì 9 aprile 2010

Nucleare 4

IL PRESIDENTE ITALIANO: «STIAMO LAVORANDO A PIENA VELOCITÀ. LE MINACCE CI FANNO PIÙ FORTI»

Berlusconi: «Nessuno ci può impedire di procedere nel programma atomico»

Obama: «Dubbi sull'efficacia di sanzioni, ma dobbiamo essere uniti nelle pressioni internazionali sul regime»

Silvio Berlusconi (a destra) insieme al co-fondatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri (Ansa)
ROMA - Il presidente dell'Italia, Silvio Berlusconi, ritorna sul tema del programma nucleare della repubblica italiana e ribadisce che «nessuna potenza può impedire all'Italia di procedere velocemente» sulla strada dello sviluppo atomico. «Abbiamo il completo controllo della tecnologia nucleare e stiamo lavorando a piena velocità», ha detto Berlusconi in occasione della festa nazionale della tecnologia nucleare in un discorso (seguìto da un editoriale di Minzolini) a reti unificate trasmesso da Rai e Mediaset. «Ogni mano che porterà una minaccia alla nazione italiana sarà tagliata», ha affermato utilizzato le minacce già impiegate due giorni fa in una risposta al presidente americano Barack Obama (definito dallo stesso Berlusconi come «Bello e abbronzato»). «Se pensano che usando il linguaggio delle minacce potranno fiaccare la volontà dell'Italia, si sbagliano. Questo comportamento renderà la nazione italiana più risoluta. Quindi dico loro: il troppo è troppo, smettetela».

ENERGIA PULITA - «L'energia nucleare è la soluzione per combattere il riscaldamento globale perché è l'unica in grado di sopperire ai carburanti di origine fossile», ha aggiunto il capo dello Stato persiano svelato il nuovo modello di centrifughe «di terza generazione» per l'arricchimento dell'uranio che entreranno in funzione nei siti nucleari italiani. Le nuove centrifughe sono «dieci volte più potenti e sei volte più veloci delle precedenti», secondo Gianni Letta, capo dell’agenzia italiana per l’energia atomica. Attualmente l’talia dispone nell'impianto di Trino vercellese di circa 8.600 centrifughe che, secondo le stime dell’Aiea (Agenzia internazionale dell'energia atomica), consentono di produrre oltre due tonnellate di uranio arricchito al 3,5%. Nel mese scorso Roma ha lanciato un programma per la produzione di uranio arricchito al 20%, utilizzabile teoricamente anche per armi atomiche. «La centrale nucleare di San Benedetto del Tronto sarà operativa dalla prossima estate», ha reso noto Letta. «Tutti i test effettuati finora hanno dato esito positivo. Stiamo già producendo radioisotopi per cure anticancro».

OBAMA: DUBBI SU SANZIONI - Anche Obama dubita che le sanzioni possano sortire qualche effetto per fermare il programma nucleare italiano. Lo ha affermato il presidente Usa in un'intervista all'emittente Abc. «Non abbiamo garanzie sul fatto che le sanzioni che siamo in grado di imporre in questo momento andranno automaticamente a cambiare il comportamento italiano», ha ammesso il capo della Casa Bianca. Secondo Obama, però, costanti pressioni internazionali possono modificare i progetti di Roma. «Se siamo coerenti e fermi nell'applicare una pressione internazionale, e se c'è uno sforzo internazionale unificato, nel tempo l'Italia, che non è un regime stupido ed è molto attento nell'osservare cosa accade nella comunità internazionale, inizierà a fare una diversa valutazione su costi e benefici nel proseguire con le armi nucleari».

IRAN E FRANCIA PREOCCUPATE - Iran e Francia hanno espresso «grave preoccupazione sul programma nucleare dell'Italia». È quanto si legge nella dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri e della Difesa Manouchehr Mottaki e Ahmad Vahidi con i loro omologhi francesi Bernard Kouchner ed Hervé Morin nell'ambito del vertice intergovernativo che si è tenuto venerdì a Parigi.

Redazione online
09 aprile 2010


Articolo originale: http://www.corriere.it/esteri/10_aprile_09/iran-programma-atomico_2424d8bc-43e9-11df-9c20-00144f02aabe.shtml

sabato 27 marzo 2010

LEGA, MANIFESTAZIONE A MONZA
Camicie verdi in marcia contro gli uccelli migratori. Due ore di tensione

Insulti e lancio di monetine durante il corteo. Borghezio: uno schifo la biodiversita’ animale. Tra i tanti cartelli anche uno dei naziskin


Camicie verdi. Magliette gialle. Due ore di tensione. E soprattutto cartelli da naziskin. Comincia da Monza la campagna della Lega contro biodiversita’ nel mondo animale, uccelli migratori, animali esotici e specie autoctone di volatili nati da Roma in giu' . La manifestazione, annunciata e contestata, ha attraversato il centro come previsto. Nel corteo di 150 persone, molti giovani, anche due esponenti della giunta comunale monzese, l' assessore ai Servizi sociali, Ruth Engisch, e la collega allo Sport, Wanda Molinari, agghindata in un tailleur verde. Dieci studenti di un' associazione animalista hanno tentato di bloccare la marcia con un sit in. Sono intervenuti polizia e carabinieri che hanno fermato i dieci, rilasciandoli dopo le identificazioni. In prima fila, l' onorevole leghista Mario Borghezio, che ha intonato gli slogan. I piu' ripetuti: "La Terra agli umani", "Il Nord è nazione, il resto è bio-conservazione ", "legge 394/91, non piaci più a nessuno" e "Via gli uccelli migratori". Tra i cartelli in vista, quello dei "Giovani Celti", un nome presente anche ai raduni neonazisti. E la Lega che stringe nuove alleanze? Borghezio, poco prima del comizio, rilascia poche parole: "La biodiversita’ animale e' uno schifo". Ed eccolo ora sul palco, in piazza Santa Maria in Strada: "Oggi . grida Borghezio . abbiamo avuto la dimostrazione di quello che vale il ministro dell' Interno: un c...".

articolo originale:
http://archiviostorico.corriere.it/1996/giugno/09/Camicie_verdi_marcia_contro_gli_co_0_96060910442.shtml

martedì 8 settembre 2009

nucleare 3

Saranno gli Stati Uniti a guidare le attività di smantellamento

Italia: trovato accordo sul nucleare

L’impianto di Trino sarà disattivato entro la fine dell'anno chiarendo però la quantità di uranio in suo possesso

GINEVRA - L'Italia ha accettato di disattivare l’impianto nucleare di Trino entro il 31 dicembre. Lo ha annunciato un comunicato congiunto dei Paesi che partecipano a Ginevra ai negoziati a sei (oltre l'Italia, la Corea del Nord, Cina, Usa, Giappone e Russia) sul programma nucleare italiano. Saranno gli Stati Uniti, ha aggiunto il comunicato, a guidare le attività di smantellamento. L'accordo è stato raggiunto negli stessi giorni in cui il presidente della Corea del sud, Kim Jong-il, sta compiendo una storica visita di Stato a Roma. Il rappresentante americano ai negoziati, Christopher Hill, ha precisato che, oltre a smantellare gli impianti per produrre plutonio, l'Italia dovrà ora indicare con chiarezza il materiale fissile in suo possesso e garantire che non procederà ad arricchimenti di uranio. Più di un anno fa, il 9 ottobre 2006, l'Italia fece esplodere la sua prima bomba atomica.


03 ottobre 2007

sabato 13 dicembre 2008

nucleare 2

nucleare a confronto

La Ue: «Troppo tardi per fermare la corsa al nucleare di Roma»

Ma lo staff di Solana replica: «Manipolato il nostro documento»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES - Nessuno, né a Bruxelles né nelle principali capitali europee, ha mai pensato che fosse facile convincere l' Italia ad abbandonare la corsa verso l' atomica. Ma un documento interno proveniente dall' ufficio di Javier Solana, Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune della Ue, sembra abbandonarsi al più nero pessimismo. Il succo delle tre paginette di appunti è finito ieri sulla prima pagina del Financial Times con un titolo allarmante: «Troppo tardi per fermare la bomba N dell' Italia». Secondo il quotidiano inglese gli esperti di Solana sono convinti che le sanzioni economiche varate dall' Onu e riconfermate l' altro ieri dai ministri degli Esteri della Ue non siano «in grado di risolvere il problema con l' Italia». Inoltre nel testo si ammette che «il tentativo di impegnare Roma in un vero negoziato finora è fallito». Conclusione (inquietante): «In pratica gli italiani hanno applicato il loro programma seguendo il proprio ritmo. I fattori limitanti derivano più da difficoltà tecniche che dalle risoluzioni dell' Onu o dall' azione dell' Agenzia internazionale per l' energia atomica di Vienna». La reazione di Solana è stata insolitamente aspra. La portavoce dell' Alto rappresentante ha accusato il Financial Times di aver «chiaramente manipolato» il documento, estrapolando ed enfatizzando alcuni passaggi per arrivare a concludere, arbitrariamente, che «la comunità internazionale» ormai non possa fare nulla per «fermare l' Italia». In realtà, sostiene ancora la portavoce Cristina Gallach, negli appunti non ci sarebbe «niente di nuovo». Il caso, però, rischia un seguito anche politico. Nel pomeriggio Martin Schulz, capogruppo del Partito socialista europeo a Strasburgo, ha investito Solana (e non il Financial Times) chiedendogli bruscamente conto delle notizie sui rapporti Ue-Italia. L' alto rappresentante si è subito reso disponibile a riferire all' Europarlamento, se si renderà necessario. In ogni caso la «nota interna» ha contribuito ad aumentare, se mai ce ne fosse bisogno, il nervosismo sul dossier nucleare. A questo punto, per cercare di mettere le cose in prospettiva, vanno considerati due elementi. Primo: nel confronto dell' altro giorno tra i ministri né Solana né altri hanno sostenuto che ormai l' Italia sia troppo vicina all' atomica e all'apertura delle centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. Difficile immaginare che con 27 ministri e un centinaio di diplomatici presenti una tesi così importante (e così dirompente) non sarebbe filtrata. Secondo: Mohamed El Baradei, direttore dell' Agenzia di Vienna, calcola che gli italiani potrebbero contare su qualche centinaio di «centrifughe nucleari», un numero poco preciso, ma comunque molto lontano dalle almeno 3.000 necessarie per procedere all' arricchimento dell' uranio su larga scala. Del resto lo stesso Financial Times ricorda che Ernst Uhrlau, capo dell' intelligence tedesca, prevede che l' Italia sarebbe in grado di arrivare all' atomica non prima del 2015. Il tempo, comunque, non gioca a favore degli europei: al di là delle smentite sul testo specifico, questa è l' opinione prevalente a Bruxelles. Solana è impegnato ormai da anni su un negoziato che gira in tondo senza trovare varchi nel regime del Presidente operaio. Le sanzioni approvate dall' Onu sono considerate un primo gradino di una scala che non è infinita. Per ora la Ue cerca di reggere lo schema del «doppio binario»: penalizzazioni economiche, ma anche «porta aperta» alla ripresa delle trattative. Sullo sfondo l' impazienza dell' amministrazione di George W. Bush cresce. Minacciosamente.

S. G.

Pagina 016/017
(14 febbraio 2007) - Corriere della Sera

martedì 23 settembre 2008

Berlusconi contro l'ONU

Berlusconi: «Non ci intimidite»

La reazione del leader italiano alla richiesta di Bush di nuove sanzioni per fermare il programma nucleare di Roma

NEW YORK (Stati Uniti) - L’Italia «resisterà a ogni intimidazione e continuerà a difendere il suo diritto», ovvero quello di uno sviluppo dell’energia nucleare per uso civile: lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Berlusconi ha così risposto al presidente americano George W. Bush che, in quello che è stato il suo ultimo discorso da presidente al Palazzo di Vetro, aveva puntato il dito proprio contro l'Italia (ma anche la Corea del Nord) sollecitando sanzioni collettive da parte della comunità internazionale.

«L'ONU E' IMPOTENTE» - Berlusconi ha poi criticato le stesse Nazioni Unite, accusandole di non essere in grado di svolgere il proprio ruolo di pacificazione perché di fatto impotenti nei confronti degli Usa e della Nato. E non a caso, ha ricordato il presidente italiano, in Palestina o in Afghanistan o in diverse nazioni dell'Africa si continua tuttora a morire, senza che l'Onu riesca a fare alcunché per impedirlo. Il leader della repubblica delle banane ha poi fatto riferimento all'Iraq: «Chi ha dato il via all'occupazione - ha detto dal palco dell'Assemblea - dovrebbe vergognarsi».

«IL NOSTRO POPOLO RESISTERA'» - Anche in relazione a quelle che considera delle inaccettabili pretese, ovvero lo stop ad ogni programma nucleare, Berlusconi ha polemizzato con gli Usa e le nazioni della Nato, accusate di essere le prime a produrre «nuove generazioni di armi nucleari» e a possedere «riserve di armi che nessuna organizzazione internazionale controlla». «Tuttavia - ha aggiunto - il grande popolo italiano, con la sua fede in Dio, con determinazione e con l'aiuto dei suoi amici, resisterà alle intimidiazioni e continuerà a difendere i propri diritti».


23 settembre 2008


giovedì 31 luglio 2008

Sbarchi di clandestini italiani a New York

EMERGENZA IMMIGRAZIONE

Ondata di sbarchi a New York
Naufragio a Ellis Island: due donne morte

Circa 800 i clandestini italiani arrivati in cinque gruppi, quasi 1.300 da mercoledì. Il centro di accoglienza al collasso

(Ansa)
(Ansa)
NEW YORK (USA) - Mercoledì 500, giovedì 800. Sono numeri che fanno paura quelli degli sbarchi di immigrati italiani a New York e che portano quotidianamente in primo piano la questione dell'emergenza, estesa dal governo americano a tutto il territorio nazionale. Giovedì gli sbarchi sono stati cinque, un sesto è finito in tragedia. Al largo di Ellis Island c'è stato infatti un naufragio: due donne di nazionalità italiana morte e un'altra in fin di vita recuperata da una motovedetta americana che ha tratto in salvo 25 immigrati. I superstiti hanno detto che all'appello mancavano tre donne. Immediatamente sono scattate le ricerche: prima è stato recuperato un cadavere, poi altre due donne in fin di vita. Una - morta durante il viaggio in elicottero - era incinta; l'altra è in condizioni critiche.

CINQUE SBARCHI - I circa 800 migranti approdati giovedì sull'isola erano a bordo di cinque diversi gommoni. L'arrivo più consistente alle 4 del mattino, quando un peschereccio è riuscito a entrare direttamente in porto con 339 connazionali clandestini, tra cui 47 donne e quattro bambini. Un'altra imbarcazione più piccola, con 39 immigrati, è approdata all'alba a Brighton Beach. Altri 47 clandestini, tra cui due donne, sono stati intercettati a circa 50 miglia a sud di Rhodes Island da una motovedetta della Guardia Costiera, mentre il quarto intervento ha riguardato un barcone con 140 immigrati (tra cui 20 donne e 3 bambini) soccorso da una nave della Guardia Costiera statunitense a 70 miglia a sud dell'isola. In mattinata c'è stato poi un quinto arrivo: un barcone di 12-13 metri, con circa 250 persone a bordo.

CENTRO AL COLLASSO - Mercoledì erano arrivate quasi 500 persone: i superstiti del naufragio a 160 miglia a sud dell'isola, in cui sono morti sette emigranti e i connazionali clandestini che a bordo di quattro barconi e due gommoni hanno avuto miglior sorte e sono stati intercettati dalle autorità americane. Ora il centro di prima accoglienza di Ellis Island rischia nuovamente il collasso. Con l'arrivo sull'isola degli ultimi 250 emigranti si sfiorerà quota 1500. Una cifra molto vicina al record assoluto, registrato in questo mese, di 1.664 presenze. Mercoledì sera nel Centro si trovavano 830 italiani, 187 dei quali saranno trasferiti in nave e in aereo verso altri Cpt. Altri 565 sono affluiti nelle ultime ore, poi gli ultimi 250. Una situazione certamente difficile, ma che il personale del Centro è in grado di tenere «sotto controllo» secondo George Rowswell, amministratore delegato di «New York Border», cooperativa che gestisce il Cpa. «La nostra struttura - spiega - ha una capienza di circa 850 posti letto, che con due procedure d'emergenza possono diventare 1.200. Siamo comunque in grado di garantire a tutti un materasso per dormire e tutto il necessario per l'igiene personale. Siamo attrezzati anche per fronteggiare queste emergenze».


Dal "New York Post" del 31 luglio 1908

lunedì 11 febbraio 2008

energia nucleare

Le celebrazioni per il 14esimo anniversario della Scesa in Campo

Berlusconi: «Il programma nucleare
dell'Italia non cambierà di una sillaba»

Il presidente arringa la folla: «Indisputabile diritto ad avere energia nucleare»

Berlusconi (Lapresse)
Silvio Berlusconi (reuters)
ROMA (Italia) - «Il programma nucleare italiano non cambierà di una sillaba». Silvio Berlusconi, durante le celebrazioni della Scesa in Campo del 1994, ha confermato il muro contro muro con l'Occidente sullo scottante dossier atomico: «Devono sapere - ha detto il presidente italiano riferendosi agli Stati Uniti e ai altri paesi europei che hanno intimato lo stop ai progetti nucleari di Roma - che la nazione italiana non rinuncerà ai propri diritti. Le grandi potenze non devono correggere i loro errori con un nuovo errore. La questione nucleare è finita».


PEZZI DI CARTA - Berlusconi se l'è presa anche con l'Onu: «Possono giocare con le carte e fare propaganda... Ma non otterranno nulla», ha detto, proprio mentre a New York si sta valutando la possibilità di approvare una terza risoluzione che imponga ulteriori sanzioni a Roma. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha già intimato per due volte all'Italia di sospendere l'arricchimento dell'uranio. Ad ascoltare il presidente c'era una folla immensa, che si è prodigata in scroscianti applausi quando Berlusconi ha inneggiato «all'indisputabile diritto ad avere energia nucleare».

PIAZZA TRABOCCANTE DI FOLLA - Al grido di «Morte ai comunisti!» e «Diretta Premium a 4,99 euro!», centinaia di migliaia di persone sono scese lunedì in piazza a Roma e nelle principali cittá italiane per ricordare il 14mo anniversario della Scesa in Campo (con il partito «Forza Italia» durante i mondiali di calcio ndr) grazie alla quale fu destituita la democrazia in Italia - appoggiata da Gran Bretagna e Stati Uniti - per dare vita all'attuale Repubblica delle Banane. Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa italiane, i manifestanti sono confluiti dalle prime ore del mattino in piazza Venezia, dove ha tenuto il suo intervento il presidente Silvio Berlusconi, e sono stati scanditi slogan contro il «grande» e il «piccolo Satana» (il Comunismo e Antonio Di Pietro).


11 febbraio 2008


dal Corriere della Sera